venerdì 7 febbraio 2014

Lode all'anestesista

Ieri ho saputo che un'amica sta passando lo stesso calvario di parto di che ho passato io, insomma se non lo stesso uno molto simile: quello che comincia con l'induzione con la garza.
Quando leggevo dell'induzione nei vari blog non capivo perchè fossero tutte così spaventate, poi l'ho provata e ho capito.
Io, con la mia consueta fortuna, ho reagito malissimo all'induzione: contrazioni vicinissime, senza pausa, fortissime e assolutamente inefficaci. Dopo aver vissuto l'incubo mi sono interessata e ho scoperto che succede spessissimo: mi chiedo allora perchè non facciano una peridurale al volo e non comincino con l'ossitocina che magari le cose vanno più spedite e si soffre meno... transeat. Questo post riguarda altro: ossia l'anestesista.

Io ho AMATO incondizionatamente l'anestesista quando è stato il momento di far nascere Tartufino. Si è preoccupato subito di farmi stare meglio e io che soffrivo senza senso da più di 12 ore avrei voluto avere la forza di ringraziarlo più di quello che ho fatto.

Una puntura, il cateterino al posto giusto, la domanda "senti il freddo nella schiena?" e poi il paradiso. Brontolo dice che il mio viso si è trasformato nell'arco di 20 secondi. Avevo una contrazione da 76% sul tocografo e non sentivo nulla, riuscivo a respirare e non mi tremavano più le gambe.

Mi avevano detto di portare delle gelatine di frutta per il travaglio e l'anestesista mi ha chiesto se poteve mangiarne una: gliene avrei scaricato un camion davanti a casa se solo me lo avesse chiesto e gli ho rovesciato praticamente il sacchetto in mano.

Quando poi è precipitato tutto e siamo dovuti correre a fare il cesareo io ero terrorizzata e lui è stato lì mi ha tenuto la mano, mi ha iniettato il farmaco corretto ed è stato con me finchè non sono stata capace di dire al chirurgo che non sentivo più nulla. Mi ha accarezzato la testa mentre tremavo come una foglia, un po' per la tensione, un po' per la reazione al farmaco e mi ha fatto ridere dicendo "Hanno già tagliato" mentre io chiedevo "Tra quando cominciano?"

Sapete cosa mi ha commosso? Il fatto che continuasse a chiedermi anche durante la degenza "Senti male? Hai dolore? Guarda che adesso devi vivere la maternità e non sentire male"

Io, che non avevo mai capito che cosa facesse realmente un anestesista, ho compreso che probabilmente sono loro che si occupano di più del paziente, che si impegnano perchè il paziente non senta dolore anche nel post operatorio. E devo ammetterlo, ritornassi all'università forse ci farei un pensierino: diventare anestesista. Perchè avere la consapevolezza di poter dare sollievo alle persone deve essere una gran cosa.



giovedì 30 gennaio 2014

Dell'asilo nido e di altri demoni

La mia maternità obbligatoria terminerà a fine marzo perchè sono riuscita a lavorare anche l'ottavo mese e teoricamente dovrei tornare a lavorare i primi di aprile.
Io, con buona probabilità, tornerò a lavorare a giugno perchè Tartufino mi sembra ancora tanto piccolo, ma nel caso in cui volessi tornare nei tempi giusti comunque non potrei. E sapete perchè? perchè non ci sono strutture pubbliche che mi prenderebbero il bambino.

Adesso assisterete ad una delle mie polemiche ma, credetemi, non riesco proprio a tenermi tutto dentro.

I nidi comunali mi hanno detto che non possono prenderlo prima dei 6 mesi compiuti, momento in cui si può cominciare l'inserimento che durerebbe comunque un mese: questo significa che prima del settimo mese del bambino a lavorare non si torna. In questo modo una donna che non è riuscita a lavorare anche l'ottavo mese deve prendersi 4 e dico QUATTRO mesi di maternità facoltativa in cui il suo stipendio è ridotto al 30%.

Molti nidi privati non lo prendono prima degli 8/9 mesi, quasi a svezzamento compiuto perchè i lattanti sono molto complicati da gestire e richiedono delle norme di sicurezza, anche in termini di maestre per numero di bambini, proibitive.

Io mi chiedo: ma come si può pensare che una madre possa rientrare a lavoro al terzo mese del bambino se non ci sono le strutture pubbliche pronte ad accogliere i bambini?

Se poi ci si addentra negli orari dei nidi salta fuori un altro problema: non tutti tengono i bambini fino ad orari compatibili con degli orari di lavoro normali.
Cosa serve che un asilo mi tenga Tartufino fino alle 16:30? avrò diritto alla riduzione di orario fino al compimento del primo anno di età e poi? poi gli metto in mano una macchinetta elettrica e gli dico di guidare fino a casa?
E magari, visto che arriva a casa prima di me, gli suggerisco di cucinare anche qualcosa per cena?

Tralasciamo il problema costi? Un asilo nido privato che tenga il bambino dalla mattina alle 18:30, orario in cui comunque potrebbe essere piuttosto complicato presentarsi a ritirare il pargolo (dipende tutto dalla distanza tra luogo di lavoro e nido) può costare intorno ai 700/800 euro. So di mutui per la casa molto più vantaggiosi... Mi hanno anche detto che i nidi comunali arrivano a costi molto simili, a meno di riduzioni, che però sono improbabili se lavorano entrambi i genitori.

Alcuni di voi potrebbero obiettare che queste considerazioni andavano fatte prima di mettere al mondo un figlio.
Alcuni di voi potrebbero dire che ci sono anche i nonni, gli amici, i parenti, le au-pair, le babysitter...
... ma io mi chiedo perchè ci si deve sempre appoggiare a strutture esterne?
La maternità è regolata dalle leggi che devono garantire la possibilità di un ritorno della donna al lavoro nei tempi previsti. Se così non è va garantita alla donna la possibilità di stare a casa più a lungo ma con una retribuzione degna di tale nome. E sei mesi al 30% dello stipendio non sono una retribuzione con la quale una famiglia può andare avanti per troppo tempo.

E poi ci si chiede il perchè della crescita zero...

mercoledì 22 gennaio 2014

Expat or not?

Sebbene adesso passi la giornata a fare la mamma sono una donna che lavora e che ha a cuore la sua carriera.
Ultimamente non si sentono buone novelle sul versante lavorativo e, sebbene la legge mi protegga, io sto cominciando a farmi qualche domanda.

- Il lavoro che ho può considerarsi sicuro?
- Mi consentirà di offrire a Tarufino la possibilità di scegliere ciò che è meglio per lui e non il meno peggio?
- Che futuro c'è per la mia famiglia in questo paese?

Una parte di me vorrebbe trovare un altro lavoro, vorrebbe che la situazione economica migliorasse, vorrebbe impacchettare tutta la sua vita e fuggire da questo paese che non sembra avere nulla da offrirci.
Un' altra parte di me invece non se la sente di ricomincire da capo, di uscire dalla "comfort zone", di allontanarsi ancora di più dalle nostre famiglie.

Eppure stiamo cominciando a parlarne e non riesco a capire se sono più preoccupata o euforica.
 

Giornate no

Ci sono giornate assolutamente buone in cui il tempo passato con Tartufino mi sembra tempo meraviglioso, ricco di gioia, di soddisfazioni, di momenti indimenticabili.
Ci sono giornate in cui ti sembra di aver messo al mondo un nano urlante che non conosce tregua. Un essere che chiede cibo ad intervalli regolari e che durante le pause non fa altro che lamentarsi, piagnucolare e disperarsi come se non ci fosse un domani incurante di ogni cosa tu stia facendo.
A nulla valgono canzoncine, coccole, passeggiate, preghiere, bagnetti, massaggini: Tartufino rogna e lo fa con una certa convinzione.

In queste giornate, ammetto, in me albergano sentimenti contrastanti: sono divisa tra la disperazione di non riuscire a capire quello che affligge il mio bambino e il profondo desiderio di fuggire.

Sono una pessima madre? Può darsi, ma io non ce la faccio a dire che sono meravigliose anche le giornate no. Non ce la faccio a dire che trovo ben spese quattro ore a cullare un bambino che strilla e che non trova pace. Poi lo faccio, perchè una parte di me si illude che serva a qualcosa, anche se così non è, dato che continua a piangere.

In queste giornate no mi chiedo che idea malsana mi sia venuta in mente quando ho deciso di volere un bambino.
...poi ci sono le giornate migliori e quasi quasi mi dimentico delle giornate no.

Ma cosa hai fatto tutto il giorno?

Ma cosa hai fatto tutto il giorno?

Questa è la frase che una neomamma NON vuole sentirsi dire da nessuno dopo che ha passato una giornata da sola col bambino.
Io sono sempre sola con Tartufino e sentirmi fare questa domanda mi manda letteralmente fuori di testa.

Mi chiedo perchè alcune persone non si rendano conto che la mia giornata inizia alle 5:50 e che non ho un attimo di requie. Non c'è nessuno a cui chiedere di tenere il piccolo per un'oretta, qualunque cosa io stia facendo se lui piange o ha bisogno di qualcosa devo correre e mollare tutto a metà.

Secondo voi quanto tempo possono richiedere delle operazioni anche normali (ad esempio il cambio degli armadi) con un neonato a fianco?
Secondo voi quanto tempo ci metto a scrivere un post? a volte mi fermo anche cinque o sei volte per post...
Secondo voi quanti imprevisti possono capitare con un neonato? Può succedere che il bimbo rigurgiti sul divano e che a te tocchi sfoderarlo e lavarlo a tempo record per evitare che puzzi di formaggio. Può capitare che il fagottino appena cambiato emani un odore caratteristico e a te tocchi ricominciare da capo. Può capitare che si rigurgiti sul vestitino appena cambiato e non si può certo lasciarlo bagnato... e chi più ne ha più ne metta.

In molti non si rendono conto è che l'obiettivo di una mamma non è quello di arrivare a fine giornata avendo completato un elenco di "cose da fare".

giovedì 16 gennaio 2014

Dormire o non dormire?

Tartufino, lode a lui, dorme dalle 12:30 alle 6:00 del mattino si sveglia, mangia e verso le 6:45 si riaddormenta fino alle 9:30/9:45.
Di solito io torno a letto perchè tra una cosa e l'altra la notte prima dell'una non riesco ad andare a letto e per farlo mangiare alle sei devo svegliarmi almeno alle sei meno un quarto. 

Daun paio di giorni mi sto chiedendo se tornare a letto sia l'idea giusta oppure no. In fondo avrei 3 buone ore da dedicare a me stessa, ai miei progetti, per tenere dietro al lavoro che incalza e dal quale non mi sono staccata del tutto nemmeno in maternità.

Dovete sapere che vorrei fare mille cose e con Tartufino è difficile programmare qualcosa escludendo quelle ore in cui sono sicura che lui stia dormendo. D'altra parte ho un pochino paura che privarmi di altre ore di sonno possa portare e non riuscire ad occuparmi di lui in maniera ottimale durante il giorno. 

Forse potrei farlo solo due o tre volte a settimana per cominciare: voi che ne dite?

mercoledì 15 gennaio 2014

Una raggio di sole

Dopo essere precipitata nel baratro dopo la telefonata al consultorio di questa mattina ed essere rimasta in pigiama fino alle 13:00 ho cercato di darmi una scossa e sono uscita con Tartufino.

Volevo semplicemente snebbiare la mente, ricacciare indietro qualche pensiero negativo e, ovviamente, far prendere aria a Tartufino come ordinato dal pediatra.

Dopo un mese di passeggiate ho dei percorsi standard, anche perchè la cittadina non permette molto altro e con un ovetto o una carrozzina non è facile avventurarsi dove ci sono troppe barriere architettoniche o dove non ci sono i marciapiedi. Non mi è mai capitato di incontrare qualche mamma con cui attaccare bottone eppure oggi ho avuto un colpo di fortuna: ho incontrato una ragazza con cui ho fatto un corso in piscina che ha una bimba di solo un mese più di Tartufino. Anche questa ragazza non ha nessuno con cui uscire a fare la passeggiata quotidiana o con cui parlare. 

Ci siamo attaccate l'una all'altra come due naufraghi ad uno scoglio. Non ci sembrava vero di parlare con un altro adulto, di poter passare due ore con qualcuno che rispondesse qualcosa di più significativo di un "guu" o di un "aaa". Ci siamo scambiate i numeri di telefono promettendoci di chiamarci per fare insieme il corso di massaggio neonatale, quello di acquaticità e qualche passeggiata.

Io non so come andrà, non so se e quanto ci sentiremo, ma è stato un raggio di sole in questa giornata.